Praga e Brno

Praga e Brno

Gioielli “rivoluzionari” di architettura e di design

Italy
2018
09
Praga e Brno
La capitale ceca, è noto, rappresenta un grande, meraviglioso e variegato libro di architettura, dai tempi antichi fino alle più moderne tendenze. Sono però soprattutto gli ultimi capitoli, quelli più recenti, a suscitare stupore, con stili innovativi e unici, come per esempio il funzionalismo. Nel quale però  Praga subisce una “spietata” concorrenza da parte di Brno…  

Con Plecnik, il castello di Praga volta pagina

La “rivoluzione architettonica” a Praga ha inizio con i rinnovamenti firmati da Joze Plecnik, chiamato a restaurare e ammodernare il Castello per farne il degno monumento-simbolo della nuova Repubblica cecoslovacca. Sloveno di nascita, Plecnik compie gli studi nell’Austria della Secessione, sotto la guida di Otto Wagner, con cui avvia una proficua collaborazione in importanti progetti dove sperimenta un’armonica fusione di elementi secessionisti e moderni. Invitato a insegnare alla Scuola di Arti Applicate di Praga, nel 1911 vi si trasferisce e con la sua cattedra contribuisce a formare quei giovani artisti e architetti che avrebbero poi influenzato l’avanguardia del movimento cubista ceco. Nel 1920 arriva per Plecnik il primo grande incarico in Cechia: ampliare e trasformare appunto il castello di Praga. Il presidente di allora, Tomas Masaryk, cercava un professionista capace di migliorare e incrementare le infrastrutture nel rispetto della struttura storica originaria e di rendere al contempo il castello una sede perfetta a ospitare le autorità del „nuovo“ Paese. Plecnik ne ridisegna allora giardini e cortili, impreziosendoli con statue, sculture e importanti monumenti (come per esempio l’obelisco che troneggia nella terza corte del castello). Le stesse mura difensive vengono trasformate in favolosi giardini con tanto di scalinate, vialetti, gazebo e belvedere. La sua principale abilità sta nell’aver saputo esaltare la natura medievale del castello, pur rendendolo funzionale alle esigenze moderne e facendone al contempo un monumento fruibile dal visitatore. A Plecnik si deve l’inserimento nel castello di elementi nuovi, che però si potrebbe credere esser sempre stati lì, tanto la loro presenza appare naturale, perfettamente inserita nell’assetto precedente agli Anni ’20. Plecnik interviene anche in numerosi spazi interni, come per esempio il grande salone a lui intitolato e caratterizzato da un triplice ordine di colonne doriche. Progetta inoltre l’appartamento presidenziale, dotato di un moderno ascensore ovale, e le sale di rappresentanza, che dovevano celebrare la nuova indipendenza della Repubblica. Ossessionato dai dettagli, alla continua ricerca della perfezione, Plecnik attinge al passato e azzarda il futuro, spazia senza limiti nell’intera storia dell’architettura, mescola, fonde, osa, provoca. Definito come “il primo post-modernista e l’ultimo classicista”, è oggi considerato un pioniere dell’architettura moderna.

Arrivano nuovi materiali e tecnologie, arriva il funzionalismo

Più o meno nello stesso periodo, carico di cambiamenti geopolitici e culturali, tra gli Anni '20 e '30 del secolo scorso, preannunciata dal fugace rondocubismo, a Praga e non solo si impone una nuova corrente architettonica, il funzionalismo. Di più: in Cecoslovacchia porta l'architettura agli apici continentali, conquistandosi le firme delle archistar di allora, come Adolf Loos e Ludwig Miese van der Rohe. Quella funzionalista è una nuova architettura, che sfrutta le potenzialità dei materiali moderni –acciaio, vetro e cemento- e che degli edifici vuole esaltare innazitutto la funzionalità, appunto. Dopo che Plecnik, i cubisti e le altre avanguardie avevano aperto la strada, i funzionalisti ridisegnano letteralmente il volto della capitale e del Paese, sottolineandone modernità, rinascita, progressismo, operosità, sobrietà e ottimismo. Con l’avvento dell’industria e con i grandi cambiamenti politici e sociali, non si tratta più “semplicemente” di costruire edifici e opere pubbliche: gli architetti si trovano ora a disporre di nuovi mezzi, tecnologie e materiali –come il cemento armato- ma anche a rispondere a nuove esigenze. I progetti devono essere funzionali e innovativi, ma devono anche tener conto di nuovi standard estetici. Inizia così l’architettura moderna, espressione della vita sociale e lavorativa dell’epoca.

Praga funzionalista

Il nuovo movimento funzionalista rivoluziona tutta l’edilizia abitativa e sociale di Praga e di Cechia. E‘ di Loos, per esempio, la villa modernista per la famiglia Müllernella periferia di Praga, inizialmente contestata ma poi fonte d’ispirazione per le ville del quartiere-giardino attorno agli studi cinematografici di Barrandov, sopra la Moldava. I capolavori del funzionalismo nella capitale sono però il Palazzo delle Esposizioni (1928), a firma di Josef Fuchs e Oldrich Tyl, che attirò l’attenzione anche di Le Corbusier con il suo interno dalle linee pure e i volumi perfetti; il centro commerciale Bat’a inaugurato nel 1929 in piazza Venceslao; i palazzi rivestiti di ceramica (per contrastare i vapori provenienti dalla Stazione Centrale) dell’Istituto pensionistico in piazza Winston Churchill, nel quartiere Zizkov; numerosi palazzi per uffici ed edifici commerciali dalle strutture in cemento armato e dalle caratteristiche bande orizzontali di finestre e la colonia Baba, tipico esempio di quartiere funzionalista dalle abitazioni-scatola, con finestre a fascia continua, ampi balconi e interni destrutturati. Tra gli architetti funzionalisti cechi ritroviamo anche Josef Gocar e tra i promotori del funzionalismo l’illuminato Bat’a.

Zlin, la città-modello di Tomas Bat’a

E proprio il nome di Bat’a, le cui calzature sono ancora oggi rinomate e vendute in tutto il mondo, ci conduce fuori dalla capitale, alla scoperta di Zlin, in Moravia. Qui, grazie proprio all’imprenditore calzaturiero, il funzionalismo raggiunge i massimi livelli, non solo con gli edifici veri e propri, ma anche con le intenzioni sociali sottese ai progetti architettonici. Nato a Zlin nel 1876, il signor Bat’a è il fondatore dell’omonima azienda, ma la sua è una famiglia di artigiani delle scarpe con ben tre secoli di tradizione alle spalle. Con Tomas si arriva all’ottava generazione, a una svolta memorabile nella produzione calzaturiera ma soprattutto a una vera e propria metamorfosi della sua città. Sotto la sua guida vengono apportati importanti interventi urbanistici e architettonici, in nome proprio del funzionalismo. Nei suoi intenti, Zlin doveva diventare la “città ideale per lavoratori felici”. Tutto doveva essere perfetto e ben concepito. Qui agli operai non doveva mancare nulla: abitazioni confortevoli, cinema, negozi e centri commerciali per le spese, un albergo, un ospedale ecc. Tra i monumenti più significativi, l’edificio amministrativo n°21 all’interno dello stabilimento Bat’a. Tra i primi grattacieli d’Europa, è un piccolo miracolo tecnologico, con tanto di aria condizionata, un sistema di consegna posta pneumatico (tramite tubi), ascensori veloci e uno particolarmente ampio, concepito per ospitare niente meno che l’ufficio verticale del responsabile d’azienda, che così poteva viaggiare di piano in piano e supervisionare ogni reparto. 

Brno metropoli funzionalista

Seconda città per importanza nel nuovo Stato cecoslovacco, Brno non poteva restare immune ai venti di rinnovamento e ai dettami del funzionalismo. Anzi, divenne la metropoli funzionalista per eccellenza, di esempio per tutta l’Europa Centrale degli inizi del XX secolo e polo d’attrazione per i giovani architetti affamati di novità. E‘ a Brno, per esempio, la perla indiscussa del funzionalismo: Villa Tugendhat. Capolavoro firmato dall'architetto tedesco Ludwig Miese van der Rohe, è l'unico monumento dell’architettura moderna in Repubblica Ceca a esser stato incluso nella Lista del patrimonio culturale mondiale dell'Unesco. Tra il 2010 e il 2012, un accurato restauro ha restituito villa e giardino all’aspetto originario del 1930. Sempre a Brno, in centro, anche la villa funzionalista Stiassni. L’edificio a due piani con pianta a forma di L fu costruito su progetto di Ernst Wiesner e fu terminato nel 1929. Nel 1952, la dimora divenne proprietà dello Stato e cominciò a essere utilizzata come villa di rappresentanza, mentre dal 2009 è aperta al pubblico. Tra le sue mura soggiornarono personalità importanti, tra cui Fidel Castro. Funzionalista anche l’Era Café, realizzato negli Anni ’30 e subito divenuto ritrovo dell’élite di Brno. Costruito su due piani, collegati da una bella scala ondulata e caratterizzato da un’insolita facciata che ricorda un gigantesco poster, il locale ha avuto grande fortuna fino al 1978. Dopo decenni di declino, ora è di nuovo un polo d’attrazione e d’incontro, restituito all’antico splendore. A fargli concorrenza, lo Zeman Café, altro gioiellino funzionalista “salvato” dalla demolizione dell’edificio originario –firmato da Fuchs- voluta nel 1964 per far spazio al Teatro Janacek Theatre e ricostruito fedelmente nel 1994, 200 metri più in là. L’Avion Hotel, primo albergo costruito nel periodo post-bellico a Brno, ha fornito un contributo fondamentale all’architettura funzionalista. Insolito il suo impianto molto stretto: appena 8 metri per 9 piani, di cui due riservati a un café. La facciata si apre con ampie finestre, che dai piani più alti regalano vasti panorami sulla città e la fortezza dello Spielberg. Da vedere anche la Kolonie Nový Dům, straordinario quartiere residenziale, in perfetto stile funzionalista, progettato all’interno della Exhibition of Contemporary Culture, il polo culturale ed espositivo della città. Purtroppo oggi solo alcune delle abitazioni d’autore, firmate da Fuchs, Grunt e Stary, sono ben conservate in quanto monumenti nazionali. Molte altre sono invece state trascurate, “violate” nell’assetto originario o addirittura distrutte. Monumento funzionalista, infine, anche la Fiera di Brno, inaugurata nel 1928 in occasione della Mostra di Cultura Contemporanea Cecoslovacca. I suoi padiglioni portano la firma di 30 diversi architetti e il complesso è tuttora molto attivo. Tutta l’architettura modernista di Brno è comunque visitabile grazie a 14 itinerari a tema, che toccano 383 diversi monumenti, capolavori di oltre 98 architetti. Sono parte del BAM Programme – Brno Architecture Manual, ben organizzato con mappe, testi, audio, suggerimenti, informazioni pratiche disponibili online, ma anche guide GPS e un’accurata segnaletica che contraddistingue gli edifice del circuito.